Nessuno nasce pulito #135974

di Michele Nigro

Michele Nigro

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La raccolta intitolata “Nessuno nasce pulito” contiene poesie esperienziali. La singolare titolazione prende spunto dalla condizione embrionale, “sporca”, di ogni lirica nascente che con lentezza, dopo un lavoro di analisi interiore da parte dell’autore e di limatura del testo, giunge al lettore nella versione pubblica, “pulita”: egli, il lettore, può solo intuire il percorso intrapreso dal poeta, farlo proprio senza l’urgenza dell’interpretazione.
Si tratta di una “raccolta di formazione”: elencate in ordine alfabetico, per interrompere la consequenzialità cronologica tra i vari componimenti, le poesie selezionate rappresentano folgorazioni e intermittenze della mente con cui il poeta registra stati mentali, impressioni, epifanie appartenenti al suo vissuto. Sono un “manifesto esistenziale” in cui riconoscersi e farsi riconoscere. È una poesia urbana, quotidiana, che non ricerca una lingua pura, panica e arcaica; non insegue la tradizione. La parola utilizzata in questa raccolta non è una mimesi della realtà né del parlato. È una voce autentica, che adopera slittamenti di senso e si pone contro la linearità sia geometrica (la posizione della scrittura nello spazio del foglio) che di pensiero.
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Altre informazioni:

ISBN:
9781533113757
Formato:
ebook
Editore:
Michele Nigro
Anno di pubblicazione:
2016
Dimensione:
631 KB
Lingua:
Italiano
Autori:
Michele Nigro
Anteprima:
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Protezione:
watermark

Recensioni degli utenti(4 recensioni)

  • Pubblicato da antonella.nocera@alice.it il 29 May 2018

    4
    ... oltre il marasma

    Ho trovato alcune poesie di questa raccolta molto belle. Mi piace questo impasto del quotidiano e del basso mischiato a riflessioni più esistenziali. Sono poesie che nel marasma generale si distinguono.

  • Pubblicato da rosa.valvano@gmail.com il 09 May 2018

    5
    Una scoperta

    Ho acquistato la raccolta di poesie "Nessuno nasce pulito", perché volevo conoscere Michele Nigro, amico caro, in una veste a me nuova. Ho apprezzato il modo di esprimere sapientemente l'antitesi tra il bene e il male, l'antico naturale e il moderno tecnologico, la fede e l'ateismo, il buio e la luce.

  • Pubblicato da arch.iacolaremariateresa@alice.it il 10 Apr 2018

    5
    leggere apre la mente

    Ho acquistato questo libro spinta dalla curiosità del comprendere cosa si celasse dietro il titolo “NESSUNO NASCE PULITO” . Risulta innegabile come, il Nigro, utilizzi i termini che, sul foglio, scorrono incastrandosi l’uno all’altro determinando una vera e propria armonia di parole. In ogni poesia, le definizioni si susseguono senza lasciare nulla di scontato o prevedibile a partile dai titoli. Come può essere un presepe ( nascita ) morente? Non si passa indifferenti da una poesia all’altra, il passaggio è arricchimento, è una crescita interiore, una presa coscienza di ciò che è o che può essere, più o meno, condiviso dal lettore, il seguito ognuno di noi può scriverlo nel libro del quel che sarà. Trovo, semplicemente meravigliose, espressioni del tipo: “Non esistono vite perfette, solo inermi materiali da costruzione..” Ed è al costruirsi giorno per giorno che il Nigro ci spinge ad aspirare. Un invito al non conformarsi alla massa ma alla rinascita riemergendo dalle delusioni, dalle frustrazioni, dai rimpianti, da tutto ciò che è comunque parte della vita costruendo, giorno dopo giorno, una propria libera personalità… Un invito a vivere da protagonisti. Semplicemente, Grazie

  • Pubblicato da scrittiautografi@virgilio.it il 09 Nov 2016

    5
    La suprema azione della poesia sul caos

    L’ordine alfabetico contempla il disordine cronologico, in questa prima raccolta poetica di Michele Nigro. Non sono necessari riferimenti temporali per capire l’evoluzione linguistica che c’è stata nel corso degli anni; viene offerta al lettore una miscellanea che comprende il pensare, il sentire, l’avvertire, il credere, lo sperare, il soffrire e il resistere e che prescinde, dal sapere quello che è stato il giorno esatto in cui un sentimento ha prevalso sull’altro. Solo pochi riferimenti scelti e chiariti dall’autore, per tracciare una mappa, ma la struttura è quella di un labirinto in cui, pur ripercorrendo temi già citati, parranno ai nostri occhi come luoghi inesplorati. Scriveva Sophia De Mello Breyner Andresen: “Non l’uomo, ma i segni dell’uomo,/la sua arte, le sue abitudini, il suo violento azzurro,/…/I segni dell’uomo dicono la storia dell’uomo.” Cosa ha a disposizione il Poeta, pertanto, se non la bellezza e la grandezza della Poesia che diviene “segno dell’uomo che dice la storia dell’uomo”. Mezzo per appropriarsi delle parole, lasciando ad esse la libertà di potersi esprimere, eternamente, in maniera svincolata. “Lascio tracce presuntuose di me nel futuro, figli/di carta” (Autoeredità). Chi è avvezzo alla Poesia, dunque, non troverà nei versi di Michele Nigro, nessun rimando a qualcosa di già letto, nessun eco di immagini note o usurate. È una parola nuova, originale e che non necessita di alcun riferimento, ma si muove con padronanza all’interno dei versi dotati di una sfrontatezza e una sicurezza nel non voler mai imitare, creando così, una scrittura riconoscibile in quanto personalissima. “con piglio eversivo/aggiungi, non richiesto/un tocco personale/all’effimero passaggio” (Comparsata). Tematiche incalzanti, come tarli che rodono dentro, si sfogano bruciando e liquefacendosi al fuoco dell’inchiostro, da qui le immagini in parole, spesso vere e proprie saette, anatemi contro situazioni subite e osservate; l’invettiva usata come mezzo che, come catarsi, purifica lo spirito del poeta fino ad una nuova ricaduta. “La mancata partecipazione disturba!” (Impermeabile). Ma non vi aspettate un linguaggio derisorio perché, anche dove appare una certa insofferenza, una parvenza di odio nei confronti di aspetti della vita umana e delle umane debolezze: “Con un sorriso declino l’invito ad allinearmi” (Assertiveness), vi è una sorta di rispetto, capace, nel suo essere dissacrante, di una certa sacralità, che è poi quella di chi ha lo sguardo che va oltre ciò che appare. Come una preghiera che pur senza parole, arriva comunque in cielo, perché il pensiero scavalca ciò che dovrebbe essere, per giungere all’essenza di ciò che è. “Oscillo, eterno cercatore/tra appartenenza e libertà/progresso e conservazione/tra il presente e i ricordi/bisognoso di entrambi i lati.” (I due lati della casa). Poesia, quest’ultima, che è una sorta di manifesto di questa oscillazione continua tra l’essere e l’apparire, tra le varie esigenze, spesso contrastanti tra di loro, eppur necessarie. Ma tanti possono essere i rimandi a quello che è il sentire di Nigro. In “Crudeltà” ad esempio, carrellata spietata di immagini dolorose, dove ogni verso sbattuto su carta è figlio di uno sguardo, capace di distillare da un evento, il momento terribile della sconfitta. Una visione cosmica, attraverso la quale si intravede l’amore per la natura, per la vita che comprende anche la morte, la ritroviamo in “Elementi”. Non siamo di fronte ad una poetica dell’arrendersi, del lasciarsi sopraffare, nonostante le ferite della vita: “come un rassegnato tronco spezzato/che ancora sogna germogli” (Autoscatti). Ma presenti innanzi ad una lirica viva, dinamica, munita di artigli, pronta a restituire graffi subiti, ma capace al contempo di deporre le armi, regalando sguardi indulgenti. Su tutto, l’amore per la Poesia, compagna consolatrice, balsamo su corpo piagato dal fuoco sacro della Vita: “La realtà riconosce muta/e indifesa/la suprema azione della poesia/sul caos” (Poiesis).