Oltre il visibile. L’universo dei campi. - Come le forze nascoste plasmano la realtà che ci circonda. Il campo nelle sue accezioni: fisica, morfogenetica, bohmiana, junghiana, akashica, filosofica, quantistica. #889524

di Bruno Del Medico

Edizioni PensareDiverso

(Ancora nessuna recensione) Scrivi una recensione
6,90€

Leggi l'anteprima

Immaginate un paesaggio misterioso in cui ogni cosa è connessa e nulla esiste veramente da solo. Un luogo dove forze invisibili si intrecciano per dare vita a ciò che vediamo e sperimentiamo: dalla concretezza di un fulmine che attraversa il cielo, alle percezioni più profonde della nostra coscienza. Questo libro invita il lettore a compiere un viaggio affascinante attraverso uno dei concetti più rivoluzionari della scienza e della filosofia contemporanea: l'universo dei campi. Non parliamo solo di fisica, ma di un’estensione che si immerge nel reame della metafisica, della biologia e, in ultimo, della mente umana.
Prima di tutto, cos'è un "campo"? La fisica tradizionale lo descrive come una regione dello spazio in cui una forza, come quella elettromagnetica o gravitazionale, può agire su un oggetto. È un concetto che emerse con le teorie di Faraday e Maxwell nel XIX secolo. Michael Faraday, il geniale sperimentatore inglese,  immaginava il campo come una sorta di invisibile "ragnatela" di linee di forza che permeava lo spazio. Poco dopo, James Clerk Maxwell rese matematica questa intuizione, creando le famose equazioni che ancora oggi chiariscono il mondo dell’elettromagnetismo.
Questi primi passi furono essenziali. Tuttavia, i campi scientifici di Faraday e Maxwell, pur rivoluzionari, furono solo l'inizio. Con la scoperta della teoria quantistica nel XX secolo, il concetto di campo si ampliò in modi inimmaginabili. Oggi, parlando di campi, non ci limitiamo al magnetismo o alla gravità. Entriamo in una vera e propria rete universale di connessioni: il campo quantistico, il campo morfogenetico di Rupert Sheldrake, il campo akashico della tradizione orientale, il campo implicito del fisico David Bohm.
Quando Albert Einstein propose la sua teoria del campo unificato, il suo sogno era quello di trovare una spiegazione che unificasse tutte le forze note dell’universo. Anche se non riuscì a completare la sua missione, il suo lavoro tracciò una rotta che continua a guidare la ricerca moderna. Eppure - e qui si gioca il cuore di questo libro - i campi non sono più soltanto strumenti della fisica. Sono diventati un'idea universale, una chiave per comprendere non solo la materia, ma anche l’esperienza e la coscienza.
Sheldrake, biologo britannico e controverso pensatore, introdusse negli anni '80 il concetto del campo morfogenetico. Secondo lui, le forme della natura (dai cristalli, alle piante, agli animali) non sarebbero determinate solo dai geni o dalle molecole, ma anche da una sorta di “memoria collettiva”. Questo campo invisibile e immateriale guiderebbe l'organizzazione della materia attraverso un’interazione costante tra presente e passato.Carl Gustav Jung, padre della psicologia analitica, ha introdotto il concetto di inconscio collettivo per descrivere una dimensione psichica che trascende l’individuo. Osservando questo concetto attraverso la lente metafisica, l’inconscio collettivo può essere interpretato come una forma di campo energetico sottile, un livello immateriale che unisce la psiche individuale a una dimensione universale. Dunque, un campo junghiano, dove le informazioni archetipiche funzionano come onde o vibrazioni che si trasmettono da generazione a generazione. Questo approccio va oltre il riduzionismo psicologico e sfiora territori affini alla fisica quantistica e alla filosofia, suggerendo che la mente individuale sia immersa in un oceano di significati condivisi. Immaginate un paesaggio misterioso in cui ogni cosa è connessa e nulla esiste veramente da solo. Un luogo dove forze invisibili si intrecciano per dare vita a ciò che vediamo e sperimentiamo: dalla concretezza di un fulmine che attraversa il cielo, alle percezioni più profonde della nostra coscienza. Questo libro invita il lettore a compiere un viaggio affascinante attraverso uno dei concetti più rivoluzionari della scienza e della filosofia contemporanea: l'universo dei campi. Non parliamo solo di fisica, ma di un’estensione che si immerge nel reame della metafisica, della biologia e, in ultimo, della mente umana.
Prima di tutto, cos'è un "campo"? La fisica tradizionale lo descrive come una regione dello spazio in cui una forza, come quella elettromagnetica o gravitazionale, può agire su un oggetto. È un concetto che emerse con le teorie di Faraday e Maxwell nel XIX secolo. Michael Faraday, il geniale sperimentatore inglese,  immaginava il campo come una sorta di invisibile "ragnatela" di linee di forza che permeava lo spazio. Poco dopo, James Clerk Maxwell rese matematica questa intuizione, creando le famose equazioni che ancora oggi chiariscono il mondo dell’elettromagnetismo.
Questi primi passi furono essenziali. Tuttavia, i campi scientifici di Faraday e Maxwell, pur rivoluzionari, furono solo l'inizio. Con la scoperta della teoria quantistica nel XX secolo, il concetto di campo si ampliò in modi inimmaginabili. Oggi, parlando di campi, non ci limitiamo al magnetismo o alla gravità. Entriamo in una vera e propria rete universale di connessioni: il campo quantistico, il campo morfogenetico di Rupert Sheldrake, il campo akashico della tradizione orientale, il campo implicito del fisico David Bohm.
Quando Albert Einstein propose la sua teoria del campo unificato, il suo sogno era quello di trovare una spiegazione che unificasse tutte le forze note dell’universo. Anche se non riuscì a completare la sua missione, il suo lavoro tracciò una rotta che continua a guidare la ricerca moderna. Eppure - e qui si gioca il cuore di questo libro - i campi non sono più soltanto strumenti della fisica. Sono diventati un'idea universale, una chiave per comprendere non solo la materia, ma anche l’esperienza e la coscienza.
Sheldrake, biologo britannico e controverso pensatore, introdusse negli anni '80 il concetto del campo morfogenetico. Secondo lui, le forme della
David Bohm, allievo di Einstein e pioniere della fisica quantistica, propose invece un’idea altrettanto rivoluzionaria: il concetto di campo implicito. Secondo Bohm, tutta la realtà potrebbe essere considerata come un insieme di informazioni codificate in un ordine profondo e nascosto. Questo ordine “implicito” sarebbe come il tessuto fondamentale dell'universo, una matrice che rende possibili le interazioni visibili ed esplicite. Bohm stesso paragonò l’universo al mare: ciò che vediamo in superficie sono le onde, ma queste onde nascono da correnti profonde e invisibili.
Non possiamo ignorare nemmeno il contributo delle tradizioni spirituali. Nelle culture vediche dell'India, si parla da millenni dei cosiddetti "Registri Akashici". Secondo queste tradizioni, l’Akasha è una sorta di biblioteca cosmica che contiene ogni evento, esperienza o conoscenza universale. È il "campo akashico", una dimensione in cui tutto ciò che accade viene registrato e reso accessibile non solo agli individui, ma persino all’intero universo.
L’introduzione al concetto di campo non si ferma alla fisica o alla biologia. Oggi, una nuova rivoluzione sembra emergere: quella che esplora il legame tra i campi e la mente. L’idea che la coscienza possa essere un fenomeno quantistico ha affascinato ricercatori come il fisico Roger Penrose e l’anestesista Stuart Hameroff, che hanno ipotizzato che i microtubuli nelle cellule cerebrali agiscano come minuscoli "quantum computer". Se questa idea fosse corretta, si aprirebbe la possibilità di considerare la coscienza come una proprietà del campo quantistico stesso: un fenomeno non limitato al cervello, ma connesso al tessuto dell'universo.
I campi ci costringono a rivedere la nostra visione dell’universo. Non siamo più di fronte a particelle isolate che si scontrano nel vuoto, come ci raccontavano i fisici classici del Settecento. Siamo immersi in un oceano dinamico, in cui passato, presente e futuro si intrecciano. L’idea del campo ci spinge a vedere il cosmo non più come una macchina, ma come un organismo vivo e pulsante. Un concetto che, curiosamente, risuona non solo con le scienze moderne, ma anche con le intuizioni dei nostri antenati.
Che cosa significa, dunque, tutto questo per noi esseri umani? Sarebbe forse il momento di considerare l’universo non solo come un insieme di leggi fisiche, ma come una manifestazione di informazioni, energia e significato.
Questo libro non offre risposte definitive, ma apre domande in cui fisica, metafisica e filosofia si incontrano. Partire dai campi classici e arrivare ai confini della coscienza significa affrontare una sfida: quella di spingersi oltre i paradigmi che ci hanno accompagnato finora. Prepariamoci, dunque, a esplorare nuove mappe del reale. Non sono fatte di confini, ma di connessioni. Perché tutto ciò che esiste - come scoprirete pagina dopo pagina - non è separato, ma parte di un unico grande campo universale.
Aggiunta al carrello in corso… L'articolo è stato aggiunto

Con l'acquisto di libri digitali il download è immediato: non ci sono costi di spedizione

Altre informazioni:

Formato:
ebook
Anno di pubblicazione:
2025
Dimensione:
25.9 MB
Protezione:
nessuna
Lingua:
Italiano
Autori:
Bruno Del Medico