Le scarpe di cartone #424279

Ho pensato solo a realizzare i miei sogni, ignorando quelli degli altri che mi erano vicini e mi volevano bene.
E le mie poesie lo ricorderanno sempre, quotidianamente.
Grazie zio perché mi hai fatto capire che la vita è una grande pagliacciata, sotto la forma di orrende scarpe di cartone e che l’uomo si è trasformato in burattino gestito dal Dio dollaro, mosso da una forza superiore e senza nessuna possibilità di ribellione. Tutto ciò la nostra società usa chiamarlo “destino”.
Non posso terminare questa mia presentazione senza sottolineare il fatto che le poesie che ho scritto vanno in un arco di più di sessantacinque anni; dall'epoca della poesia sulle scarpe di cartone a quella sull’immortalità. Quasi tre generazioni.
Questa mia proposta non è altro che un barometro della mia vita ed anche della società italiana, dove con evidenza si può capire che l’uomo ogni dieci anni cambia assieme alla società in cui vive e tutti quei contratti di lunga durata cadono inesorabilmente in contraddizione tra loro perché la vita è in continua evoluzione.