Anelli di Saturno #868366

Suonanti e vibranti, per Marco Dalissimo, gli anelli di Saturno arrivano all’uomo come telepaticamente, ma anche per tradizioni consolidate, nonostante  il pianeta sorge soltanto verso la fine della raccolta di questi versi. In molti contano (come l’autore) che come il nostro satellite, la Luna, Saturno possa influenzare gli animi umani. Credere significa verità, e la verità non è sempre spiegabile perché legge che non vuole dubbi.
Certamente i dubbi, le incertezze, le debolezze, le fragilità, sono soltanto alcuni dei contenuti della poetica di Marco Pelliccione nato a Roma e divenuto in arte Dalissimo, autore di cinque pubblicazioni, due sillogi, e tre romanzi. Questa prima esperienza poetica risente del suo registro naturale che indaga una realtà parallela e invisibile, viva di sogni descritti sul finire della notte, quando tutto diventa vero.
Le visioni e i viaggi della mente che descrive così discosti dal quotidiano, sono invece il riflesso dei nostri pensieri che il sonno censura, della concretezza, e infatti i concetti rappresentati sono parte della nostra natura; l’amore, l’odio, la guerra, la paura, i legami indissolubili delle persone più care in questa vita.
Ci ritroviamo con una voce parlante capace di portaci nel nostro inconscio, di parlarci di foreste che sono il nostro ego, di tempeste che sono state il nostro amore naufragato in mare, del passato di questo mondo misconosciuto, città che non esistono, esseri misteriosi rappresentazioni delle nostre paure.
Ma un comune denominatore regna su questa terra; L’amore.
I riferimenti alla forza, prima tra i sentimenti, scorrono in tutte le righe, Dalissimo cerca di portarci in quella curva nera dell’universo dove è possibile tornare indietro (anche al primo amore), una porta che probabilmente l’uomo non potrà mai varcare, se non con incomprensibili teorie che riportano al battito infinito del nostro cuore.
Foto in copertina di Lara Garofalo