Mi chiamo Jeanne Delancourt - Doppia Identità #856575

La storia che segue è un intricato dramma ambientato principalmente in una Parigi moderna che poi si trasferisce nella maestosa campagna della Normandia.
Esso si snoda attraverso una serie di avvenimenti che vedono la giovane Jeanne Delancourt lottare contro una rete di manipolazione e pericolo, tentando di sfuggire al destino oscuro che le è stato tracciato dalla famiglia Deneuve.
Il racconto inizia con un confronto nel luogo di lavoro di Jeanne a Parigi, dove viene minacciata e infine licenziata per aver rifiutato le avance del suo capo, Jean-Baptiste De Mirabaud.
Dopo aver perso il lavoro, Jeanne si imbatte in una serie di difficoltà che la portano a cercare nuove opportunità, culminanti nell'offerta di diventare la segretaria personale nella ricca e misteriosa famiglia Deneuve. Nonostante i sospetti, Jeanne accetta, sperando in un nuovo inizio.
Nella tenuta Deneuve, Jeanne si rende presto conto che qualcosa di sinistro si nasconde dietro le facciate opulente: scopre documenti che suggeriscono piani malevoli nei suoi confronti per ottenere denaro dall'assicurazione sulla vita di una certa Charlotte Deneuve, presumibilmente morta. Mentre cerca di sfuggire, si trova sempre più intrappolata in un inganno che la spinge a fingere la propria morte per sfuggire.
Il climax si raggiunge quando il fidanzato di Jeanne, Pierre, assistito dalle forze dell'ordine, scopre la verità e salva Jeanne, che è costretta a nascondersi. La storia si conclude con l'arresto dei Deneuve e la fuga di Jeanne e Pierre, che decidono di iniziare una nuova vita lontano da quelle ombre.
Il racconto offre una trama avvincente con molti colpi di scena che mantengono l'interesse alto, reso ancora più alto dal ritmo frenetico e la successione rapida degli eventi. Il tutto fluisce in una atmosfera densa di tensione e suspense che cattura fino alla fine.
Il racconto, con la sua tessitura di suspense e mistero, offre uno sguardo critico sulle dinamiche di potere e abuso, rendendo la lotta di Jeanne non solo personale, ma anche simbolica di una resistenza più ampia contro l'oppressione.