Il nostro due agosto (nero) - 44 racconti sulla strage di Bologna raccolti e curati da Luca Martini #52897

di Luca Martini

Antonio Tombolini Editore

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Il 2 agosto 1980 nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna una bomba causò la morte di 85 persone e il ferimento o la mutilazione di oltre 200. Uno dei capitoli più cupi della storia dell'Italia contemporanea. Una ferita aperta nella democrazia. Un lampo di angoscia in un Paese che stava pensando a ben altro: a una vita normale, possibilmente migliore.
Il progetto per questo libro è nato nel ricordo, la mattina del 2 agosto 2014, quando il suo curatore, Luca Martini, ha realizzato che stava scrivendo, quasi senza accorgersene, il proprio racconto su quel terribile 2 agosto del 1980.
In quel momento ha pensato: ecco cosa manca, un libro in cui si raccontano le sensazioni, le paure, gli odori, le speranze di quei drammatici momenti. Un libro a più voci.
Il nostro due agosto (nero) raccoglie 44 fotogrammi, 44 racconti, di quel terribile giorno: tra gli autori ci sono scrittori famosi (Barbara Garlaschelli, Alessandra Sarchi, Gianluca Morozzi, MariaGiovanna Luini, solo per citarne qualcuno) e persone comuni, che magari prima di questa occasione non avevano mai pensato di scrivere. Tutti alla pari, ognuno con la propria voce, per non dimenticare.
Il libro è realizzato grazie al contributo completamente gratuito di tutti gli autori ed è disponibile, gratuitamente, sia in formato elettronico, nella collana Officina Marziani di Antonio Tombolini Editore, sia con una piccola tiratura a stampa sostenuta dal Comune di Ozzano dell'Emilia.
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Altre informazioni:

ISBN:
9788898924363
Formato:
ebook
Anno di pubblicazione:
2014
Dimensione:
4.68 MB
Lingua:
Italiano
Autori:
Luca Martini
Anteprima:
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Protezione:
watermark

Recensioni degli utenti(3 recensioni)

  • Pubblicato da A.proietti@italferr.it il 13 Jan 2015

    4
    Foto a colori di una giornata nera

    Ho apprezzato molto questo esperimento di raccolta di racconti, di più persone, riguardanti un evento storico di cronaca come la strage della Stazione di Bologna del 2 agosto del 1980. E' una ferita ancora aperta ma, nello stesso tempo, molti giovani potrebbero non esserne a conoscenza e rileggendo i ricordi di tanta gente comune si rivivono sensazioni, scenari, immagini in modo vivido ed efficace anche grazie alla brevità dei racconti. Ne viene fuori quasi un racconto corale dai molteplici volti e colori. Restituisce una foto ancora attuale dello sdegno e del dolore di tanti italiani di fronte ad una delle innumerevoli storie vergognose frequenti nella nostra storia italiana.

  • Pubblicato da gerardofreda@gmail.com il 13 Jan 2015

    4
    Anch'io...

    Anche io sono uno di quelli che il destino ha voluto risparmiare. Partito da Torino con la mia amica, in tandem, qualche giorno prima, siamo arrivati a Bologna verso le 12, diretti a Rimini. Saremmo passati davanti alla stazione se fossimo arrivati prima dell'attentato, ma a quell'ora tutto era già accaduto e non ci siamo accorti per quale motivo il traffico era deviato ritrovandoci presto fuori città. Ma quando la sera abbiamo telefonato a casa per il solito "rapporto" alla famiglia abbiamo trovato una mamma angosciata perché aveva visto il telegiornale e ci sapeva "da quelle parti". E quello che mi ha colpito in questo libro è proprio il fatto che in molti racconti compare questo tema: "Potevo esserci io fra le vittime dell'attentato". E questo ci lega ancor di più a chi veramente c'era...

  • Pubblicato da massimo.canario@gmail.com il 02 Jan 2015

    4
    Libro interessante

    Il libro è interessante, alcuni racconti confesso che mi hanno commosso. L'argomento tra l'altro mi ha preso molto, anche perché con la mia famiglia passammo dalla stazione di Bologna poche ore prima dello scoppio della bomba, diretti con il treno, con macchina a seguito, in Trentino da Roma. Ho notato due cose che mi hanno colpito, una direi di colore: quasi tutti parlano delle notizie apprese dalla TV in bianco e nero. Mi ha incuriosito perché io allora avevo la TV a colori e ricordo che mio padre fece parecchia resistenza prima di acquistarla, non fummo certo tra i primi (in Italia il colore partì nel febbraio del 1977). Mi domandavo quindi se è effettivamente così o se è uno scherzo della memoria che associa al bianco e nero momenti molto distanti. La seconda è più sostanziale: a parte in un racconto, uno degli ultimi, non si legge mai la parola fascista applicata agli autori della strage. A me, con le stragi degli anni sessanta, settanta e ottanta è una delle prime cose che mi viene in mente. Senza dimenticare ovviamente gli apparati deviati dello Stato. Comunque è un libro che va letto perché l'esercizio della memoria è sempre utile