I Rabinovitch #89412

QUESTO LIBRO È A LAYOUT FISSO.

Si parla troppo degli ebrei in qualità di vittime dell’Olocausto…
“Ma questa è la posizione mediatica e ufficiale. Nella famiglia Rabinovitch avviene tutto il contrario: le parole ‘campo’, ‘Shoah’, sono grandi tabu’, tabu’ all’ennesima potenza, tranne che per il mio prozio Arie’, che e’ un po’ rimbambito.”
Poco della loro storia umana…
“non mi piace molto ammetterlo, ma la guerra fu’ un periodo felice della mia vita; quando qualcuno parlava male di noi, Ebrei, provavo un piacere maligno a rilanciare l’offesa, inventando le peggiori storie antisemite possibili.”
Ma i membri della generazione Rabinovitch, vivi o morti, qui confessano…
“Un giorno ho abbandonato anche i Libri. Un giorno sono sprofondato nella decadenza, come ci si puo’ perdere in una donna. Dissipai l’ultimo quarto di denaro fino alla feccia…”
La loro emozionante e controversa esistenza, assai comune a quella di ognuno di noi…
“Per me e’ inconcepibile, quasi oscena, l’idea di un ebreo omosessuale. Sono omosessuale. Non cerco ne’ di nasconderlo ne’ di dichiararlo. Non ho niente di schifoso. Non sono anormale, ma diverso. E’ come essere ebreo.”

Il libro dei Rabinovitch non e’ un semplice romanzo, ma più romanzi che si succedono, si sovrappongono e si incastrano tra loro. Da un capitolo all’altro, ciascuno dei Rabinovitch prende la parola e, nello stile che gli e’ proprio, ci consegna il suo ritratto, dandoci una versione tutta personale della saga familiare, dai giorni oscuri precedenti la guerra in un villaggio della Polonia, fino al nuovo raggruppamento a Bruxelles durante la seconda meta’ del secolo.

Philippe Blasband è nato a Tehera nel 1964.
Ha pubblicato: De cendres et de fumees (1990), Effet cathedrale (1994), Max e Minnie (1997).