Frammenti dal Valhalla - Invocazioni di un guerriero senza terra #454015

In una terra che ha smarrito la propria anima, un uomo è diventato straniero nel suo stesso sangue. Donar, un tempo cantore di eroi e Dei, ora non riconosce più i volti della sua gente, non sente più l'eco delle antiche saghe nelle valli natie. Il suo mondo, forgiato dal coraggio e dal sacrificio dei suoi avi, è ora macchiato da nuovi patti e da usanze che hanno seppellito l'onore sotto un velo di oblio. Gli Dei, un tempo compagni di battaglia e custodi del destino, tacciono, sordi alle sue invocazioni disperate. Ma nel cuore di Donar non albergano solo le corde di una lira. Sotto la pelle del poeta pulsa ancora lo spirito indomito di un guerriero, uno degli ultimi figli del vero Nord. Fuggire non è un atto di viltà, ma l'estremo gesto di fedeltà a un mondo che non esiste più. Per non tradire la memoria, per non rinnegare la fede che gli scorre nelle vene, Donar sceglie l'esilio. Con l'anima spezzata e le lacrime che si gelano al vento, affida il suo dolore e la sua rabbia alla sua nave, un guscio di noce in balia di un mare sconfinato. Il suo è un canto di addio, un grido lanciato nel gelo a un cielo vuoto, mentre la terra che lo ha generato scompare all'orizzonte. Senza una meta, senza una speranza terrena, il suo viaggio lo conduce verso un approdo inatteso, un rifugio non segnato sulle carte degli uomini.
Lì, dove il cielo si specchia e si confonde con le profondità marine, Donar troverà la pace. Un ultimo, fatale, approdo dove le sue radici potranno finalmente intrecciarsi a quelle possenti del Frassino dei Mondi, Yggdrasil, e diventare egli stesso parte dell'eterno canto dell'universo. Un canto di sangue, di coraggio e di un rimpianto che si fa leggenda.

Marco Bandera (Brestir Ljusson) ci conduce in un viaggio poetico che ci permetterà di conoscere alcuni Dei della stirpe degli Aesir e Vanir, che ai giorni nostri sono i protagonisti del culto rinato della religione Asatruar o Odinista, la religione originaria dei popoli del Nord.