Asmodeo Tempesta #837550

di Roberto Uttaro

Passerino

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Percepire l'atto estremo come intenso ed intensivo significa annegare in una atmosfera in penombra tra la nitida demarcazione temporale e lo scorrere incontrastato di ogni singolo momento. Così, in una prosa scattante ed agile che avviluppa il lettore in una onirica sospensione della coscienza, Roberto Uttaro, come in una tela impressionistica, coniuga la percezione del reale con il miraggio di un passato senza ritorno, in un concerto di voci che bisbigliano parole, sussurrano dicerie, ed intrecciano tra loro altri ricordi come in una tela di ricami che riesumano verità sepolte. In un'aura “sanza tempo tinta” pánta rheî e, sul limitar di Dite, o forse del nulla eterno che ineluttabilmente avanza, Amodio lascia il fanciullino quiescente a guardare il mare, mentre lui raggela come Asmodeo nella tempesta che distrugge. È un intreccio di voci e di ricordi, un percorso onirico ed esistenziale dove il tempo sembra raggomitolarsi in un groviglio di immagini, sensazioni che sfumano in ricordi evocatori di emozioni. E se le voci degli astanti intessono una commedia che non ha nulla di divino, il protagonista in un assolo desolantemente esistenziale, vive la tragedia di quei pochi istanti in cui l’abbandono dei sensi genera la proiezione della coscienza riflessa su se stessa che si interroga, si giudica, forse si assolve o forse no, certo è che la coscienza, o forse ciò che resta della ragione, chiama se stessa al cospetto di un tribunale di cui, quasi kantianamente parlando, è contemporaneamente giudice ed imputata. È un intreccio di umane pulsioni, accoramenti sensuali e determinate delucidazioni razionali l’impianto narrativo che come in un vortice trascina con sé per ritratti solo in parte delineati, generalmente vaghi, che tendono a convergere l’uno nell’altro in una galleria di immagini sovrapposte. Ed in questo naufragio che sa di agonia, la vita sembra essere desunta come un irrefrenabile soffio di vento: Emera daktulon esti.

Cosmo Pasciuto

Roberto Uttaro nasce a Formia il 28 maggio 1975. Vive a Gaeta, una città a vocazione marittima e da sempre crocevia della Storia, nota anche per aver ospitato voci autorevoli della Letteratura novecentesca quali Carlo Bernari e Goliarda Sapienza. È coniugato con la signora Nunzia De Vivo, e padre di Marika e Manuel. È appassionato di Storia e Letteratura risorgimentale, post-risorgimentale e della Resistenza. Si dedica alla prosa, alla poesia e alla saggistica. Per Passerino editore ha esordito con E ti scrivo, (2019), un romanzo epistolare a più voci alla riscoperta dei valori umani nell’alveo della famiglia; l’anno dopo pubblica Il commodoro Othrebohr, un romanzo odeporico, di formazione, a forte impianto surrealistico, metaspaziale e metatemporale. Partecipa per due volte al Premio nazionale di poesia Libero De Libero ed è finalista nel 2021 con la raccolta Venti di Golconda e nel 2022 con Le fiere di Tuathor, un canzoniere dalle atmosfere rarefatte. È del 2021 Fondamenti dell’Italia, una lettura critica ed argomentata dei fondamenti della nostra carta costituzionale; Italicoblio (2022) è un focus sulle donne e sugli uomini purtroppo in parte dimenticati o prossimi all’oblio che, con il loro esempio di vita o di morte, hanno gettato i pilastri per edificare l’Italia di oggi; La cenere e gli allori (2023) è una galleria di immagini, di uomini e donne dello sport che con il loro esempio di vita insegnano a vivere nel rispetto dell’umana dignità. 
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Altre informazioni:

ISBN:
9791223061862
Formato:
ebook
Editore:
Passerino
Anno di pubblicazione:
2024
Dimensione:
853 KB
Protezione:
nessuna
Lingua:
Italiano
Autori:
Roberto Uttaro