Storia di una capinera di
Giovanni Verga.
- Edizione integrale con apparato di note;
- biobibliografia;
- include il saggio "Storia della 'Storia di una capinera'" di Federico De Roberto, con apparato di note;
- a cura di Maurizio Feruglio;
- Avendo come scopo la diffusione della cultura letteraria, Eliosfera Editrice pubblica opere accurate.
Maria, una giovane educanda, nel mezzo di un’epidemia di colera scopre un sentimento nuovo, terribile. Nei giorni che si rincorrono in campagna impara a conoscere l’amore, ma con rimpianto e rassegnazione ritorna in convento.
«Quante cose ci sono in un raggio di sole!… Tutte quelle cose che egli vede ed illumina in questo istesso momento… tante gioie, tanti dolori, tante persone che si amano… e lui!…»
Accetta con fatalità la sua condizione di novizia prima, e di monaca dopo, ma questa la conduce, dietro le grate del convento di clausura, a un disagio interiore. Una monaca che non riesce a dimenticare il suo unico amore e si consuma come una capinera in gabbia.
«Oh, come l’amo! come l’amo! Sono monaca… lo so! che m’importa? io l’amo! egli è il marito di mia sorella… io l’amo! è un peccato, un delitto mostruoso… io l’amo! io l’amo!»
Avendo come scopo la diffusione della cultura letteraria, Eliosfera Editrice pubblica opere accurate in grado di essere fruite tramite un ampio ventaglio di dispositivi.
Gli autori
Giovanni Verga (Vizzini, 2 settembre 1840 – Catania, 27 gennaio 1922), è stato uno scrittore e drammaturgo italiano. È all'unanimità riconosciuto come il massimo esponente del verismo. Nei suoi romanzi e novelle rappresentò rigorosamente e in ogni aspetto la realtà umana e sociale del tempo. Delle sue opere ricordiamo
I Malavoglia (1881),
Storia di una capinera (1871),
Mastro don Gesualdo (1889) e, fra le novelle,
Rosso Malpelo (1878) e
Cavalleria rusticana (1880).
Federico De Roberto (Napoli, 16 gennaio 1861 – Catania, 26 luglio 1927) , è stato un scrittore italiano che ha saputo portare il verismo verso l'"impersonalità assoluta" predilegendo nelle sue opere il puro dialogo, abolendo la voce narrante e applicando la tecnica teatrale. Delle sue opere ricordiamo
I Viceré (1894) e
L'Imperio (1929).
A cura di Maurizio Feruglio