Orientando - Diario di Un Viaggio allo Sbaraglio #559810

Orientando è il primo libro di Manuela Camporaso, appassionata viaggiatrice di origini campane. Il testo racconta, con linguaggio semplice e talvolta ironico, la prima parte di un viaggio in solitaria intrapreso nel lontano 2010, con l’intento di esplorare il vasto continente asiatico. Un’avventura di 8 mesi, durante la quale l’autrice si è letteralmente e volutamente lanciata in un percorso privo di organizzazione, affrontando ogni tappa in modo del tutto improvvisato e sperimentando una varietà di emozioni e difficoltà, alle quali cerca di porre rimedio in modo buffo e inusuale.

Il viaggio ha inizio in Tailandia e prosegue in Malesia, Singapore, Vietnam, Laos e Cina, per poi concludersi a Hong Kong. L’ebook narra la prima parte dell’itinerario, fino al Laos.

Una profonda crisi esistenziale è protagonista e accompagna le numerose vicende di questo viaggio allo sbaraglio. Non mancano brividi freddi, dovuti alla presenza di un mondo spirituale che segue l’autrice a sua insaputa. Al tempo stesso, il libro si presenta come una lettura cruda, diretta e leggera, priva di qualsiasi sofisticazione letteraria.

L’autrice afferma: «Si tratta di una “rivisitazione semicomica” e molto leggera di un momento fondamentale della mia vita, quando nel lontano 2010 decisi di lasciare l’Italia, affrontando tutte le difficoltà e gli attaccamenti emotivi del momento. Un grande passo che mi ha proiettata in una nuova dimensione, aperta all’avventura, all’improvvisazione, alla sperimentazione della perdita della razionalità e di quel senso di controllo che noi esseri umani fatichiamo tanto a lasciar andare. Quel controllo che spesso ci fa perdere fiducia sia nel nostro “senso di orientamento naturale” sia nelle nostre intuizioni più profonde.

Volevo lasciare l’Italia perchè sentivo che qualcosa nella mia routine quotidiana andava spezzata, aveva bisogno di un cambiamento. Sentivo che, per evolvermi, dovevo rompere degli equilibri, magari anche molto delicati. Ed è stata una scelta che farei e rifarei, ancora e sempre. Ecco perché ho cercato di trasformare almeno la prima parte di questa transizione in testo: per condividerla con gli altri, ma soprattutto per offrire a me stessa un’opportunità di autoanalisi.»